sabato 19 settembre 2009

Fotografia umanitaria: perchè

E' stato come ....quando cerchi di mettere insieme vari ingredienti per una nuova ricetta.
Ho amalgamato le mie sensazioni e pulsioni e passioni e ho cercato di trovare la mia strada. Passione per la fotografia, per il viaggio in solitaria, per la gente, per i problemi di culture e Paesi in continua sofferenza. Curiosità innata. Sentimenti forti contro l'ingiustizia. Una parte di me poi ha accumulato una enorme empatia per le popolazioni indigene e tribali. I popoli in pericolo e sofferenza nella loro libertà, cultura, identità: gli aborigeni australiani, i maori neozelandesi, gli eschimesi americani e canadesi, i San sudafricani, i tibetani e tanti altri ancora.
In molti casi esiliati in riserve, dopo stermini, abusi e genocidi.
Ora tragicamente minati da alcol, AIDS, suicidi. Ignorati spesso per potere e denaro: sulle loro terre usurpate petrolio, oro, diamanti, uranio.
Alla fine ho capito che ciò che volevo davvero era fare della fotografia uno strumento di aiuto umanitario. Non riesco a coniugare commerciale ed umanitario: preferisco donare una foto per beneficenza che ricavarne denaro.